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Credito d’Imposta per investimenti in beni strumentali: sostituzione del bene

Credito d’Imposta per investimenti in beni strumentali: sostituzione del bene

Il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali, disciplinato dall’art. 1, comma 1051 e seguenti, della Legge 178/2020, rappresenta un’agevolazione fiscale volta a sostenere le imprese che investono in beni materiali e immateriali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale. In questo articolo analizzeremo le disposizioni applicabili agli investimenti effettuati nel 2022 e nel 2024, con particolare attenzione alle regole di utilizzo, cumulabilità con altre agevolazioni, gestione della cessione e sostituzione dei beni, e un caso pratico supportato da tabelle illustrative.
Credito d’Imposta per Investimenti 2022
Per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, il credito d’imposta spettante è pari al 40% del costo per investimenti in beni strumentali fino a 2,5 milioni di euro. Il credito è utilizzabile in tre quote annuali di pari importo, a partire dall’anno in cui il bene è interconnesso, ossia integrato nei processi produttivi aziendali secondo i requisiti di cui all’Allegato A della Legge 232/2016.
Secondo il comma 1060 dell’art. 1 della Legge 178/2020, i beni agevolati devono essere mantenuti in azienda fino al 31 dicembre del secondo anno successivo a quello di entrata in funzione o interconnessione. In caso di cessione anticipata del bene entro tale termine, il credito d’imposta residuo può essere revocato, salvo alcune eccezioni:
• Cessione per cause non imputabili all’impresa (es. forza maggiore);
• Sostituzione del bene con uno avente caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori, come previsto dall’Allegato A della Legge 232/2016, senza interruzione dell’interconnessione.
In caso di sostituzione, l’impresa deve:
• Documentare l’investimento sostitutivo;
• Attestare le caratteristiche del nuovo bene;
• Verificare il mantenimento del requisito di interconnessione.
Se tali condizioni sono rispettate, il credito residuo non viene revocato.
Caso Pratico: Investimenti in Miniescavatori
Consideriamo un caso pratico relativo a due investimenti in miniescavatori, uno effettuato nel 2022 e uno nel 2024, con relative specificità.
Primo Investimento (2022)
• Investimento: Miniescavatore acquistato nel 2022.
• Costo: €52.000.
• Credito d’imposta spettante: 40% di €52.000 = €20.800, utilizzabile in tre quote annuali di €6.933,33 ciascuna.
• Utilizzo:
• 2022: €6.933,33.
• 2023: €6.933,33.
• 2024: €6.933,33 (soggetto a verifica delle condizioni di mantenimento o sostituzione del bene).
Il bene è stato ceduto nel 2024 e sostituito con un nuovo miniescavatore avente caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori, con documentazione che attesta il rispetto dei requisiti di interconnessione.
In questo caso, la sostituzione consente di evitare la revoca del credito residuo per il 2024, purché l’impresa conservi la documentazione necessaria.
Secondo Investimento (2024)
• Investimento: Miniescavatore acquistato nel 2024.
• Costo: €65.000.
• Credito d’imposta spettante: 20% di €65.000 = €13.000, utilizzabile in tre quote annuali di €4.333,33 ciascuna.
• Utilizzo:
• 2024: €4.333,33.
• 2025: €4.333,33.
• 2026: €4.333,33.
Tabella Riepilogativa
Investimento Anno Costo (€) Aliquota Credito Totale (€) Quota Annuale (€) Anni di Utilizzo
Miniescavatore 1 2022 52.000 40% 20.800 6.933,33 2022, 2023, 2024*
Miniescavatore 2 2024 65.000 20% 13.000 4.333,33 2024, 2025, 2026
*Nota: La quota 2024 del primo investimento è subordinata alla verifica delle condizioni di sostituzione del bene.

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